Il Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica e Anev, Associazione nazionale energia del vento, contestano l’introduzione del Decreto legge “Destinazione Italia” approvato venerdì scorso dal Governo, che prevede la possibilità per i produttori di energia da fomti rinnovabili di spalmare gli incentivi su un tempo maggiore rispetto a quello attualmente vigente, al fine di abbassare il costo delle bollette per famiglie e imprese.
“Non c’è giorno in cui non si attacchino le fonti rinnovabili, cambiando le regole mentre la partita è in gioco – ha commentato G.B. Zorzoli, portavoce del Coordinamento Free, che raccoglie 35 associazioni del settore rinnovabili ed efficienza energetica. – il Governo dice di ridurre il costo delle bollette, ma di fatto mette il cappio alle imprese che hanno investito nelle rinnovabili. Di fatto le aziende del settore sono di fronte ad un ricatto: se vogliono innovare gli impianti nel tempo devono per forza aderire al piano di all…
Il Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica e Anev, Associazione nazionale energia del vento, contestano con forza il Decreto legge “Destinazione Italia” approvato venerdì scorso dal Governo, che prevede la possibilità per i produttori di energia da fonti rinnovabili di spalmare gli incentivi su un periodo di tempo maggiore rispetto a quello attualmente vigente, al fine di abbassare il costo delle bollette per famiglie e imprese.
“Non c’è giorno in cui non si attacchino le fonti rinnovabili, cambiando le regole mentre la partita è in gioco – ha commentato un portavoce del Coordinamento Free – il Governo dice di voler ridurre il costo delle bollette, ma di fatto mette un cappio alle imprese che hanno investito nelle rinnovabili. Le aziende del settore vengono messe di fronte ad un ricatto: per poter innovare gli impianti nel tempo, dovranno per forza aderire al piano di riduzione e allungamento degli incentivi”.
Simone Togni, Presidente di Anev, ha aggiunto: “Con sorpresa abbiamo appreso che nel decreto sviluppo “Destinazione Italia”, recentemente approvato in Consiglio dei Ministri, è stato inserito un provvedimento che, con l’idea di ridurre la tariffa elettrica, introduce un meccanismo “spalma incentivi” che determina una condizione fortemente penalizzante per gli operatori del settore eolico. Nonostante si parli di adesione volontaria alla riduzione dell’incentivo a fronte di un allungamento temporale dello stesso di sette anni, di fatto la previsione di non poter effettuare interventi per dieci anni per chi non dovesse aderire alla riduzione dell’incentivo, ne determina in effetti un obbligo poiché pregiudica l’attività degli operatori che decidono di non aderire. Si tratta dell’ennesimo ricatto per gli operatori eolici, già fortemente penalizzati dalle recenti tasse introdotte, Imu, Robin Tax, oltre che colpiti dai tagli retroattivi degli incentivi e dai farraginosi e penalizzanti meccanismi delle aste e dei registri che non stanno funzionando come previsto. Tale provvedimento rappresenta, se non modificato, un colpo all’industria italiana dell’eolico che fino ad oggi ha portato crescita e occupazione al Paese e che ha tutti i margini per portare ancora benefici all’economia italiana”.