Il 19 Dicembre scorso l’Agenzia delle Entrate ha emesso la circolare n. 36/E avente ad oggetto: Impianti fotovoltaici-profili catastali ed aspetti fiscali:

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/nsilib/nsi/documentazione/provvedimenti+circolari+e+risoluzioni/circolari/archivio+circolari/circolari+2013/dicembre+2013/circolare+n.+36e+del+19+dicembre+2013/14290+FOTOVOLTAICO.pdf

Il contenuto del documento è un’ulteriore mazzata al settore fotovoltaico, che già si trova nell’incertezza tariffaria emersa dall’ultimo DM denominato “Destinazione Italia”.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, tra le altre cose,  tutti gli impianti fotovoltaici su lastrico o tetto di potenza superiore a 3 KW dovranno essere accatastati come opifici e pagare l’IMU corrispondente. Gli estensori di questa norma non si rendono evidentemente conto della complessità di eseguire frazionamenti, in immobili spesso in affitto, per impianti a volte molto piccoli, con l’evidente necessità dopo 20 anni di ritornare allo stato di fatto originale.

Nella legge di stabilità si riscontra invece una grande attenzione verso le fonti energetiche da idrocarburi, infatti le centrali termoelettriche e turbogas continueranno ad essere esentate dall’obbligo di versare ai Comuni gli oneri di urbanizzazione, e avranno l’opportunità di transare sugli eventuali contenziosi.

Con il capacity payment, inoltre, il Ministero dello Sviluppo Economico potrà definire una remunerazione della capacità produttiva delle centrali termoelettriche, per compensare il fatto che “per colpa delle rinnovabili” restano sempre più spesso spente. Potenza della lobby del termoelettrico!

Auguriamoci che nel 2014 subentri un poco di buon senso, e che si smetta di modificare in continuazione le regole di funzionamento di un’attività che basa il suo funzionamento sulla stabilità nel lungo termine, che è cresciuta in pochi anni grazie agli investimenti privati, e in un ambiente stabile e sereno potrebbe continuare a farlo creando occupazione e riducendo la dipendenza dall’importazione di idrocarburi.